L’arte di vivere con lentezza

L’arte di vivere con lentezza

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Ginevra e Gianfranco, restauratori, nella loro casa di Palermo
Life
April 9, 2021

La prima cosa che noto di Ginevra è che sembra più giovane della sua età. O meglio, si sente che ha un'anima giovane. Sarà la sua figura minuta, o il modo dolce e a tratti timido con cui ci accoglie nel suo appartamento all'interno di un edificio storico di Palermo.

La casa lascia a bocca aperta. Passi per un vicolo stretto oltre un cancello arrugginito, e ti ritrovi in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato.

"Quando abbiamo comprato questa casa i nostri amici ci prendevano in giro. Vi siete fatti un parco giochi! – dicevano". Lei e Gianfranco, il suo compagno, sono entrambi restauratori e si conoscono fin dai tempi dell'università. Tre anni fa hanno deciso di andare a vivere insieme. “Abbiamo capito il potenziale di questa casa sin dalla prima volta che l'abbiamo vista, ma eravamo un po’ spaventati. L'appartamento era completamente da restaurare – che per noi è la parte più divertente – ma era fin troppo grande per due. E ricordo di aver pensato: no, non alla Vucciria”.

Capisco subito cosa intende. Piazza Garraffello, il cuore del mercato della Vucciria, dista appena 150 metri e ospitava una specie di discoteca non autorizzata all'aperto - il che significa folla e chiasso tutte le notti. “Ma un anno dopo abbiamo scoperto, per puro caso, che la casa non era stata ancora venduta. E che nel frattempo un gruppo di giovani investitori stava investendo nella riqualificazione del quartiere. Abbiamo pensato: se è ancora qui, deve essere un segno”.

Mi guardo attorno e sono felice che abbiano seguito l’istinto. “L'anno scorso, durante il primo lockdown, abbiamo deciso di sfruttare le ferie forzate per mettere mano alla casa. Abbiamo fatto tutto da soli. È un progetto che avrebbe intimidito molti, ma non noi. In realtà è stato entusiasmante avere un sito di restauro tutto nostro; quando lavori per un cliente, il tuo modo di fare le cose non sempre corrisponde alle sue richieste. Siamo intervenuti su ogni angolo con grande rispetto, ed è stato emozionante dare nuova vita ai dettagli originali”.

Ginevra al lavoro

In cambio, la casa ha iniziato a svelare i suoi tesori nascosti. Maioliche perfettamente conservate sono state rinvenute all'interno di una nicchia e utilizzate come parte della pavimentazione. Un piccolo mobiletto, restaurato e ripulito dai segni del tempo, ora aggiunge carattere all’arredo contemporaneo. La curiosità di Ginevra e Gianfranco ha riportato alla luce anche un meraviglioso soffitto di legno affrescato coperto da una volta, restituendogli lo splendore di un tempo.

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Ginevra è una pittrice eccezionale. Il suo strumento preferito è il pennello: "Completa il duro lavoro fatto con la siringa, lo scalpello e la carta giapponese… Ha il potere di far tornare i colori di nuovo brillanti”.

Tra le altre opere, lei e Gianfranco hanno restaurato antichi mosaici in Piazza Armerina e alcuni pannelli medievali a Palazzo Steri, uno dei simboli della città di Palermo, che custodisce ben sette secoli di arte e storia siciliana.

Il suo amore per il restauro traspare da ogni parola. “Adoro quando i turisti vengono a visitare i cantieri aperti. E sono felice di poter finalmente lavorare con prodotti ecosostenibili; una volta abbiamo rinvasato una pianta riciclando i tamponi per la pulizia. La bellezza di questo lavoro lo capisci solo facendolo, per esperienza diretta".

Ormai mi è chiaro che è più di un semplice lavoro. “Io e Gianfranco siamo ossessionati dal Cirneco dell'Etna” (un cane da caccia di razza importato in Sicilia dai Fenici). “Continuavamo a vedere questi cani slanciati ed eleganti ovunque, dipinti su pannelli di legno, sulla ceramica... Abbiamo deciso che doveva essercene uno anche in famiglia. Così abbiamo adottato un cucciolo della stessa razza che abbiamo chiamato Ruskin, in onore del famoso critico d'arte inglese. È un po' da pazzi, lo so”.

In verità a me non sembra. Anzi, mi pare che i pezzi della vita di Ginevra e Gianfranco si incastrino in una meravigliosa armonia.

Ginevra e il suo cane Ruskin

La passione per l’arte è un’eredità di famiglia. Il padre di Ginevra ha lavorato come scenografo al Teatro Massimo di Palermo, il più grande teatro d'Italia e il terzo d'Europa dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Ora in pensione, crea opere inedite riutilizzando i tradizionali pupi siciliani. I suoi lavori sono stati esposti in diversi teatri, monumenti e musei della città – "Ma tengo per me i pezzi migliori", dice Ginevra con un sorriso orgoglioso.

Dettaglio di un’opera del padre di Ginevra
A detail of an artwork by Ginevra's father.

Il restauro scorre anche nelle vene di Gianfranco. Cresciuto tra gli strumenti del mestiere nello studio della madre, ha imparato facendo. “È l'essenza di questo lavoro. Impariamo a incollare tra loro i pannelli, a posare i mosaici e a decorare le superfici guardando da vicino i manufatti antichi. Non esiste un manuale da cui studiare. Osservi le opere per comprendere la tecnica”.

È di poche parole, ma si lascia subito andare quando gli chiedo delle sue viole. Le costruisce alla maniera barocca, a volte su commissione, ma soprattutto per piacere. “Ho iniziato nella bottega di un amico a Marineo, il paesino dove sono nato. Lui realizza strumenti medievali, mentre io sono specializzato nella viola da gamba. Ovviamente sono di parte per via dei miei studi e del mio lavoro, ma non posso fare a meno di rimanere affascinato da come si facevano gli oggetti una volta”.

Mi spiega che i liutai moderni utilizzano processi e materiali standardizzati, mentre lui va negli archivi dei musei alla ricerca di progetti antichi a cui ispirarsi. Alcuni sono appesi nel loro studio di casa: vengono da Berlino, Parigi, Norimberga, Londra. “Cerco il ciliegio e altri legni pregiati nelle campagne. Nei violini moderni queste essenze non si trovano più. Costruisco tutto da zero, tranne le corde – queste sono di Toro, un famoso artigiano di Pescara che vende in tutto il mondo. Le fa una per una usando le viscere dei montoni e poi le riveste d'argento”.

Gianfranco al lavoro

Gianfranco ha un approccio filologico al lavoro, ma gli piace sperimentare. “Anche questo fa parte dell'antico mestiere. Era abitudine dei liutai combinare diversi tipi di materiali e decorazioni”.

È chiaramente un perfezionista, ma di quelli che vedono le imperfezioni come un segno di unicità. La sua ambizione è quella di creare qualcosa che sia ben fatto.

Quando gli chiedo qual è il suo strumento preferito, non ha dubbi: “Le mani. Perché seguono fedelmente la mente e si consumano, proprio come una pialla o qualsiasi altro strumento. Tagli, screpolature e calli sono la norma”.

Gianfranco al lavoro - dettaglio di una viola da gamba

Ci spostiamo sul terrazzo al piano di sopra. Si sta rannuvolando, ma non c’è niente che possa rovinare l'atmosfera. Ci offrono una torta buonissima – “Il pasticciere di casa è Gianfranco”. Beviamo una tazza di caffè caldo e continuiamo a parlare dei loro progetti futuri. “Siamo tornati all'università per studiare storia dell'arte. Sì, di nuovo – è per lavoro!".

E di nuovo, più che un lavoro mi sembra un vero e proprio stile di vita. Anche Gianfranco sembra più giovane, e ora che lo conosco un po' di più capisco il perché.

Chi vive lentamente, invecchia lentamente.

Creative direction: Daniela Vutera
Fotografo: Ignazio Marsolo

Gli occhiali preferiti di Gianfranco e Ginevra